ROMA – “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”. In queste “incisive” parole di Gesù “c’è una sintesi del messaggio di Cristo, ed è espressa con un paradosso molto efficace, che ci fa conoscere il suo modo di parlare, quasi ci fa sentire la sua voce…”.
Lo ha detto stamattina Papa Francesco, prima di guidare la recita dell’Angelus con i fedeli a piazza San Pietro. Ma cosa significa “perdere la vita per causa di Gesù”? “Questo può avvenire in due modi – ha spiegato il Pontefice -: esplicitamente confessando la fede o implicitamente difendendo la verità”.
I martiri sono “l’esempio massimo del perdere la vita per Cristo. In duemila anni sono una schiera immensa gli uomini e le donne che hanno sacrificato la vita per rimanere fedeli a Gesù Cristo e al Vangelo”. Anche “oggi, in molte parti del mondo, ci sono tanti, tanti martiri, più che nei primi secoli, che danno la loro vita per Cristo, che sono portati alla morte per non rinnegare Gesù Cristo. Questa è la nostra Chiesa. Oggi abbiamo più martiri che nei primi secoli”. C’è poi “il martirio quotidiano, che non comporta la morte ma è anch’esso un ‘perdere la vita’ per Cristo, compiendo il proprio dovere con amore, secondo la logica di Gesù, la logica del dono, del sacrificio”.

In questo senso il Santo Padre ha voluto ricordare “papà e mamme” che “ogni giorno mettono in pratica la loro fede offrendo concretamente la propria vita per il bene della famiglia”, “sacerdoti, frati, suore” che “svolgono con generosità il loro servizio per il regno di Dio”, “giovani” che “rinunciano ai propri interessi per dedicarsi ai bambini, ai disabili, agli anziani…”. “Anche questi – ha aggiunto a braccio il Papa – sono martiri della quotidianità”. E poi ci sono “tante persone, cristiani e non cristiani, che ‘perdono la propria vita’ per la verità. E Cristo ha detto ‘io sono la verità’, quindi chi serve la verità serve Cristo”. Una di queste persone, che ha dato la vita per la verità, è “Giovanni il Battista”, di cui domani ricorre la solennità della sua nascita. Giovanni “ha consacrato tutto se stesso a Dio e al suo inviato, Gesù. Ma alla fine è morto per la causa della verità, quando ha denunciato l’adulterio del re Erode e di Erodiade”. “Quante persone – ha proseguito Francesco – pagano a caro prezzo l’impegno per la verità! Quanti uomini retti preferiscono andare controcorrente, pur di non rinnegare la voce della coscienza, la voce della verità!”.
Poi ha detto a braccio: “Persone rette che non hanno paura di andare controcorrente. E noi non dobbiamo avere paura”.

Rivolgendosi ai tanti giovani presenti in una piazza San Pietro gremitissima, il Santo Padre ha continuato, sempre a braccio: “A voi giovani vi dico: non abbiate paura di andare controcorrente. Quando ci vogliono rubare la speranza, quando ci propongono questi valori che sono valori avariati, valori, come il pasto, andati a male, quando un pasto è andato a male ci fa male, questi valori ci fanno male. Ma dobbiamo andare contro corrente. E voi giovani per primi ad andare controcorrente. E avere questa fierezza di andare proprio controcorrente”. “Avanti – è stato l’invito -, siate coraggiosi: andate controcorrente. Siate fieri di farlo”. “Accogliamo con gioia questa parola di Gesù – ha continuato il Papa riprendendo il testo originario -. E’ una regola di vita proposta a tutti. E san Giovanni Battista ci aiuti a metterla in pratica”. Su questa via “ci precede, come sempre, la nostra Madre, Maria Santissima: lei ha perduto la sua vita per Gesù, fino alla Croce, e l’ha ricevuta in pienezza, con tutta la luce e la bellezza della Risurrezione”. “Ci aiuti Maria a fare sempre più nostra la logica del Vangelo”, ha concluso.

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