ROMA – “Riconosciamo che Dio non è qualcosa di vago, il nostro Dio non è un Dio spray, è concreto, non è astratto, ma ha un nome: ‘Dio è amore’”. Lo ha detto, ieri mattina, Papa Francesco all’Angelus, recitato con i fedeli a piazza San Pietro. Ricordando la beatificazione sabato a Palermo di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993, il Pontefice ha affermato a braccio: “Io penso a tanti dolori di uomini e di donne, anche di bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che sfruttano loro facendogli fare il lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione, con tante pressioni sociali. Dietro questi sfruttamenti e dietro queste schiavitù ci sono mafie”.
Di qui l’invito di Francesco: “Preghiamo il Signore perché converta il cuore di queste persone. Non possono fare questo, non possono fare dei nostri fratelli degli schiavi. Dobbiamo pregare il Signore. Preghiamo perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano a Dio”. E ha invitato a lodare Dio per la “luminosa testimonianza” di don Puglisi. Nei saluti, il Papa ha rivolto un pensiero in particolare all’Associazione nazionale San Paolo degli Oratori e dei Circoli giovanili, al gruppo di cattolici cinesi, che si sono riuniti a Roma per pregare per la Chiesa in Cina, e “a quanti promuovono la ‘Giornata del Sollievo’, in favore dei malati che vivono il tratto finale del loro cammino terreno”.

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