Di Simone Galieni

DIOCESI – Domenica 26 maggio, presso l’isola pedonale di San Benedetto del Tronto, si è tenuta la festa per i 30 anni di attività del Gruppo Scout San Benedetto del Tronto 2.
Presente anche il nostro Vescovo Gervasio Gestori, che ha ricordato l’importanza della formazione scout, in quanto educa il ragazzo/a in qualsiasi campo, dal catechismo alla natura, per poi arrivare in un’età dove, se vuole, si mette al servizio del prossimo.
Per celebrare il trentennale del gruppo, noi dell’ancoraonline abbiamo intervistato Francisco D’Abbondio e Piera Nicita i capi gruppo che hanno risposto insieme alla comunità capi.

Questo 30° anniversario del S.B.T. 2, come sarà festeggiato?
Oltre che con varie manifestazioni durante l’anno, domenica 26 maggio si è tenuta la Festa presso l’isola pedonale – Viale Buozzi – con giochi, mostra fotografica e al termine la SS. Messa.
Festeggiare trent’ anni di attività vuol dire in particolar modo, ripercorrere il cammino percorso insieme a tanti amici e prendere entusiasmo per progettarne altri trenta se il gruppo è arrivato a questa tappa è dovuto a tanti che in misura maggiore o minore hanno dedicato il loro tempo e la loro volontà di costruire qualcosa di bello.

 

Come e quando è nato il gruppo San Benedetto del Tronto 2?
Il gruppo è nato effettivamente nel 1982 presso la parrocchia di San Giuseppe ma già alcuni anni prima , due dei nostri capi storici Federico e Dora Quondamatteo avevano iniziato il loro percorso di capi con una squadriglia originariamente censita in A.G.E.S.C.I. con il gruppo San Benedetto 1 presso la parrocchia di Sant’Antonio di Padova. Nel 1982 il gruppo è stato censito per la prima volta dall’Agesci , ed è stato intitolato a Don Antonio Fazzini che per primo a San Benedetto del Tronto ha creato un Gruppo scout .

Come gruppo avete dei propositi in relazione alla proposta scout?
La proposta Scout è internazionale e rivolta a Tutti , nel nostro specifico di Scout Cattolici abbiamo a cuore la crescita nella Fede e nella Società dei ragazzi e ragazze che scelgono la nostra proposta , credo che ti possa rispondere meglio con questa dichiarazione:
Se davvero crediamo in un bambino, un ragazzo, un giovane, più libero, autodeterminato, protagonista, allora anche la nostra testimonianza di adulti deva contrapporsi alla figura di tanti adulti stanchi e troppo occupati, noi “ adulti alternativi “ dobbiamo imparare a dire: “Ho tutto il tempo per…”
Mentre altri rispondono: “ Non ho tempo “; dobbiamo anche “ perdere tempo” per ascoltare, per giocare, per parlare.
Nella cultura del “ do ut des “
Noi siamo coloro che per amore fanno il “ dono del tempo “, che danno senza contare, senza attendere.

Siamo veramente, profondamente convinti di ciò e ci adoperiamo per farlo?
L’importanza della legge, veicolo di prassi etica può diventare oggi, una solida risposta al disorientamento valoriale.
Quando un lupetto/a, uno scout, una guida, un rover, una scolta: pronunciano la loro promessa di rispettare la legge,
lo fanno stringendo la mano del capo.
Quella stretta significa:
“ Ricordati, per mantenere questo impegno così grande per la mia età, ho bisogno di una mano e di un esempio ben saldi.
Noi dobbiamo essere pronti ad accogliere questa sfida controcorrente.
Noi dobbiamo ripensare ogni volta alla nostra promessa.

Qual è la collocazione della proposta scout rispetto al mondo ecclesiale?
Il movimento Scout Mondiale (WOSM e WAGGS ) è una realtà internazionale che opera nei singoli stati con federazioni nazionali che possono essere confessionali o meno , in Italia operano l’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) ed il Cngei ( Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani)di ispirazione Laica.
Come associazione cattolica l’Agesci è riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e fa parte delle APS (Associazioni di Promozione Sociale), del Forum Terzo Settore, della Tavola della Pace, di Libera, del Forum nazionale dei Giovani ed è riconosciuta dal Dipartimento di Protezione Civile.
Specialmente in questo periodo, in cui la stessa Cei ha riconosciuto una situazione Italiana in cui L’Emergenza Educativa è una esigenza centrale in questo decennio , l’Agesci che opera proprio nella Formazione dei giovani continua con rinnovato impegno a riconoscersi in questo impegno della Chiesa Italiana.
Nella nostra Diocesi i singoli gruppi agesci sono solitamente appoggiati ad una realtà parrocchiale o a più di una, e pur non essendo dei gruppi strettamente parrocchiali operano a contatto con le singole parrocchie.

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