Di Donatella Agasucci

DIOCESI – Si è svolto il 18 e il 19 Maggio a Roma l’incontro dei movimenti  ecclesiali  con il Santo Padre Francesco  con lo slogan “Io credo, aumenta in noi la nostra fede”.
Tra le circa 250000 persone radunate in  piazza San Pietro per l’evento di sabato, anche la parrocchia di Force è stata presente con un gruppo di Azione Cattolica a consolidare l’Anno della fede.

L’incontro con il Papa è stato il culmine di una giornata iniziata con un pellegrinaggio alla Basilica di San Pietro organizzato dal Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, in cui delle giovani guide ci hanno illustrato l’importanza di alcune opere per la nostra fede: dal colonnato di piazza San Pietro alla Pietà di Michelangelo, dalle tombe di Giovanni XII e Giovanni Paolo II all’altare del Bernini sorto sopra la tomba di Pietro dove Monsignor Fisichella ci ha esortato a ribadire la nostra fede recitando  il Credo.
Il pomeriggio è stato allietato dalla testimonianza di fede di vari esponenti rappresentanti di altrettante associazioni alternate a canti dei Gen verde e del Rinnovamento dello Spirito che hanno traghettato l’arrivo di Papa Francesco e del suo usuale giro in papamobile per l’intera piazza San Pietro fino a via della Conciliazione accolto tra le bandiere festanti dei vari gruppi presenti: Azione Cattolica, Rinnovamento dello Spirito, Nuovi orizzonti, Movimento dei Focolari, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio e tante altre.

Il Santo Padre ha ascoltato le parole di Monsignor Salvatore Fisichella che ha riassunto l’importanza della giornata, del fratello di Shabaz Bhatti fervente cristiano e ministro per le Minoranze del Pakistan ucciso proprio nel pieno della sua attività, la lettura della Parola di Dio tratta dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 5-27 e un brano estrapolato dal trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo. A seguire i rappresentanti di alcune associazioni hanno posto al vescovo di Roma delle domande sul tema della fede da cui è scaturita la catechesi del Papa che ha esordito con uno spontaneo  “Buonasera” e con la confessione di essere stato informato in anticipo sulle domande che gli sarebbero state poste.
La prima domanda a cui ha risposto riguardava la certezza della sua fede nata in famiglia e guidata in particolare dalla figura della nonna  ed esplosa con la “chiamata” il 21 settembre del 1953 a soli 17 anni. Da questo racconto il Santo Padre è voluto partire per sottolineare l’importanza del ruolo delle mamme e delle nonne nel cammino di fede di un individuo  fatto da continui incontri con Gesù che ci dà la fede e che deve essere uno dei tre elementi che non possono mancare al cristiano insieme alla preghiera, in particolare la recita del rosario, e alla testimonianza. Testimonianza attraverso una vita coerente che consiste nel vivere il cristianesimo come un incontro con Gesù che porta agli altri e non come un fatto sociale che rende la chiesa una ONG e non sale della terra.

Una chiesa  che deve uscire da se stessa per andare verso gli ultimi che sono Figli di Dio, immagini di Dio come noi. Per questo, valore fondamentale è la solidarietà, che non consiste nel solo gesto di dare l’elemosina ma nel toccare la carne di Cristo, prendere su di noi questo dolore per i poveri e diventare sempre più chiesa povera per i poveri. Inoltre il Papa ha ribadito che ai cristiani servono solo due virtù: il coraggio e la pazienza per rispondere alla crisi etica di cui siamo protagonisti e che tende ad allontanare dai problemi reali.

Al termine dell’intervento il Santo Padre ci ha invitato a rinnovare la Professione di fede seguita dalla solenne benedizione e dalla preghiera all’icona Salus populi romani a cui vengono affidate tutte le associazioni ecclesiali.

Sicuramente un’esperienza che ha arricchito tutti i partecipanti e che spinge a fare ancora di più per se stessi e per gli altri!

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