ITALIA – Secondo dati Inps, sono oltre 750mila i lavoratori stranieri censiti che nel nostro Paese si occupano di assistenza familiare; in ordine di importanza numerica, romeni, ucraini, moldavi, filippini, ecuadoriani, srilankesi, peruviani, ma anche appartenenti ad altre etnie. Per il 53,2% si occupano di anziani; per il 36,5% di famiglie, con un orario di lavoro tra le 20 e le 40 ore settimanali, a volte con punte di 60. È la fotografia contenuta nella “Indagine sull’assistenza familiare in Italia: il contributo degli immigrati”, presentata questa mattina a Roma.
Promossa da Unicredit Foundation e Agenzia Tu Unicredit, e realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos nel nord e nel centro Italia dove risiede la maggioranza degli assistenti familiari, la ricerca si basa su interviste a 606 assistenti familiari, individuati tra coloro che hanno rapporti con le banche.
Mediamente elevato il tasso di istruzione: il 26,7% degli intervistati ha un diploma; il 18% ha frequentato l’università. Il 33,6% non fruisce però pienamente dei giorni di riposo previsti dal contratto collettivo nazionale. Buona la loro capacità di risparmio, mediamente 250 euro al mese, in parte spedito a familiari nei Paesi d’origine, il 33,6% attraverso canali informali con il rischio di mancato recapito. Di qui l’importanza, si legge nell’indagine, di “considerare l’inclusione finanziaria anche attraverso l’ampliamento dell’accesso ai servizi bancari”.

Di “privazione di diritti e di nuove forma di schiavitù che passano proprio attraverso il lavoro domestico” ha parlato questa mattina a Roma Raffaella Maioni (Apicolf), intervenendo alla presentazione della “Indagine sull’assistenza familiare in Italia: il contributo degli immigrati”. Maternità e malattia: questi, secondo Maioni, i nodi cruciali e le fragilità dell’attuale contratto collettivo nazionale che ancora “non garantisce e tutela questi diritti riconosciuti da altri contratti di categoria”. Dai curatori della ricerca la richiesta al legislatore nazionale di “interventi significativi che vadano nel senso di una maggiore stabilità per i lavoratori stranieri nel nostro Paese”. Ulteriore richiesta “il superamento, nel rapporto con i servizi bancari, di un approccio basico e limitato che non risponde in maniera adeguata alle esigenze di questi lavoratori”. Al riguardo è stata presentata Agenzia Tu, realtà creata nel 2006 da Unicredit come servizio dedicato a cittadini stranieri e lavoratori atipici “per favorirne l’inclusione finanziaria che contribuisce significativamente all’integrazione sociale”. Ad oggi sono 7.500 i clienti.

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