di Giovanna Pasqualin Traversa

ITALIA – Una “vera e propria questione sociale da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica”. Così Pietro Grasso, presidente del Senato, definisce la situazione dell’infanzia in Italia. Intervenuto questa mattina a Roma alla presentazione del Report Card 11, studio del Centro di ricerca Innocenti dell’Unicef su “Il benessere dei bambini nei Paesi ricchi”, Grasso osserva che, al di là della crisi, in Italia “siamo di fronte a un impoverimento morale, dove le parole giustizia, cultura e tutela dei diritti fondamentali sembrano scomparse dal vocabolario e dal tessuto sociale”.

Italia al 22° posto. Il Report Card 11, che analizza il benessere complessivo dell’infanzia in 29 Paesi ad economia avanzata (27 europei più Canada e Usa) nell’ultimo decennio, assegna il primo posto ai Paesi Bassi, seguiti nell’ordine da Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. “L’Italia occupa la 22ma posizione e si colloca nella metà inferiore della classifica con Grecia, Portogallo e Spagna”, spiega Luisa Natali, ricercatrice del Centro Innocenti. Fanalini di coda, preceduti dagli Usa, Lituania, Lettonia e Romania. Cinque i parametri di valutazione utilizzati: benessere materiale, salute e sicurezza, istruzione, comportamenti e rischi, condizioni abitative e ambientali per un totale di 26 indicatori comparabili a livello internazionale, perché “il solo Pil è indicatore insufficiente”, precisa Natali. Esprime preoccupazione il presidente di Unicef Italia, Giacomo Guerriera: “Nel nostro Paese il 17% dei bambini – pari a circa 1.750.000 minori – vive sotto la soglia di povertà. L’Italia ha anche il più alto tasso “Neet” (Not in Education, Employment or Training) di tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna, con l’11% dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione”.

L’orizzonte internazionale. Guardando allo scenario internazionale, Finlandia, Islanda, Svezia, Lussemburgo e Slovenia sono ai primi posti per il basso livello di mortalità infantile (sotto 1 anno) con meno di 2,5 morti ogni 1.000 nati. Il tasso è superiore a 6 in Lettonia, Romania, Slovacchia e Stati Uniti. Quanto al rendimento scolastico, al primo posto è la Finlandia con 20 punti di distacco dal Canada. In terza posizione i Paesi Bassi. La Report Card 11 include anche le opinioni dei bambini stessi sulla loro soddisfazione di vita. “Questi risultati sono sostanzialmente in linea – spiega Natali – con i dati statistici sulla misurazione del benessere dei bambini, con alcune importanti eccezioni: i bimbi in Estonia, Grecia e Spagna hanno dato ai loro Paesi un punteggio molto più alto, mentre rimangono ad un livello inferiore Germania, Lussemburgo e Polonia”.

Divario Nord-Sud. Ritornando al contesto nazionale, Linda Laura Sabbadini, direttore Dipartimento statistiche sociali e ambientali Istat, fa notare che la povertà infantile è più accentuata “nel Sud Italia e nelle famiglie immigrate del Nord nelle quali la donna non lavora, in particolare marocchine e albanesi”. In quel milione e 750mila minori sotto la soglia di povertà, precisa, “723mila vivono in povertà assoluta; di questi oltre la metà nell’Italia meridionale”. Ulteriore nodo, la scuola. “Siamo stati per anni eccellenze, soprattutto nella scuola primaria – osserva -, ma non siamo ancora riusciti a risolvere il fenomeno dell’abbandono scolastico tra i 15 e i 19 anni. Il 20% dei nostri ragazzi viene bocciato al primo anno di secondarie”. E ancora: “La scuola non riesce a svolgere il ruolo di equilibratore sociale che sarebbe necessario per i bambini provenienti da famiglie socialmente svantaggiate. Conseguenza ne è che questi ragazzi hanno difficoltà a portare a termine un corso di studi superiori e scarso è il loro accesso all’università”. Nell’ambito della salute, Sabbadini definisce preoccupanti tra i giovanissimi “il crescente problema dell’obesità” e l’abuso di alcol, “tra binge drinking (assunzione di più bevande alcoliche insieme, ndr) e ubriacature del sabato sera”, tendenze “su cui agire urgentemente a livello preventivo”. “L’adozione del benessere dei bambini come obiettivo e priorità delle politiche – conclude – potrebbe essere un elemento fondamentale per il rilancio del nostro Paese, schiacciato da una crisi lunga e dagli esiti incerti”.

Un’inversione di rotta. Sulla stessa linea Grasso, per il quale è urgente approvare “misure contro la povertà infantile e le disuguaglianze”, ma per questo è indispensabile “un’inversione di rotta”. La spesa pubblica, “soprattutto quella destinata ai minori, non è un costo – precisa – ma un investimento fondamentale” in termini di “tutela dei diritti” e di “razionalizzazione e risparmio per il futuro”. Garantire ai bambini i loro diritti è, secondo il presidente del Senato, “un imperativo categorico”. Tra questi, il diritto ‘‘alla cittadinanza italiana per i minori stranieri” che, assicura, “ho già affrontato nella mia campagna elettorale e come presidente del Senato mi impegno a promuovere”. Il Report Card 11 è consultabile sul sito www.unicef-irc.org.

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