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Il punto sulla Missione Giovani: a tu per tu con Padre Aurelio

VILLA ROSA – La Missione Giovani promossa dalla Parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata di Villa Rosa sta giungendo al termine. Abbiamo chiesto a Padre Aurelio D’Intino, responsabile della Pastorale Giovanile del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata di Isola del Gran Sasso e coordinatore della Missione Giovani, un bilancio sull’iniziativa giunta ormai a metà percorso.

Come procede la Missione Giovani?
Molto bene! Abbiamo formato un bel gruppo, circa una ventina di ragazzi, che ci segue e partecipa agli incontri e alle attività legate alla Missione.
I nostri ragazzi sono soprattutto adolescenti. Molti sono i giovani che frequentano abitualmente la parrocchia, altri no. Tuttavia, quelli che frequentano la saletta parrocchiale, non sono sempre gli stessi che frequentano anche la Messa.
C’è stata una buona partecipazione alla proiezione del film “I passi dell’amore”, forse per la tematica d’amore e sentimentale trattata, che ha saputo coinvolgere i ragazzi, emozionandoli.

Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato?
Non molte in realtà, ma neanche troppo difficili da affrontare. Soprattutto, problematiche legate alla giovane età dei nostri ragazzi, riguardanti la fede e il loro rapporto con la Chiesa e le istituzioni. Fortunatamente, abbiamo trovato dei giovani molto disponibili al confronto, che hanno partecipato attivamente al dialogo, anche attraverso critiche costruttive per entrambi le parti.

Come vi siete mossi? Qual è stato l’approccio nei confronti dei ragazzi che avete incontrato?
Non siamo venuti con delle grosse aspettative, altrimenti saremmo andati incontro a delle forti delusioni, qualora non avessimo ricevuto le risposte attese. Siamo partiti, invece, senza alcun pregiudizio di fondo e vivendo la cosa giornalmente.
Abbiamo incontrato i ragazzi nelle loro case nel pomeriggio, chiedendo loro un dialogo. Attraverso un approccio amicale, puntando soprattutto sulla simpatia, siamo riusciti a sconfiggere quella diffidenza iniziale, spronando i ragazzi a raccontarci di loro,  invitandoli successivamente agli incontri.

Come hanno reagito i ragazzi nei confronti della vostra proposta missionaria?
Ci siamo resi fin da subito disponibili e aperti al confronto. Durante gli incontri, alcuni hanno reagito intelligentemente, offrendosi al dialogo, altri invece non ne volevano proprio sapere. Ovviamente, lo avevamo messo in conto, ma, come spesso accade,  è prerogativa della loro giovane età e di una certa cultura, il fatto di rispondere o meno all’invito a confrontarsi su certe tematiche, come la fede e il rapporto con Dio.

Quali sono stati gli argomenti che avete trattato durante gli incontri?
Fede, cristianità, libertà e valore della vita. Ieri sera abbiamo proiettato il corto “Il circo della farfalla”, sul tema della speranza che può cambiare la vita: un invito a riflettere sul significato della vita. Il film narra la storia di Nick Vujicic, predicatore e oratore motivazionale australiano, noto per la sua gioia di vivere, il suo coraggio e la sua fede in Dio, nonostante la sua disabilità (è nato senza arti dalla nascita, ndr). E’ seguita una discussione molto interessante e coinvolgente sul senso della vita e sulla capacità di riconoscerne il valore, apprezzandone i doni che Dio ci ha donato.

Qual è il rapporto dei giovani con la fede e la cristianità?
I giovani vogliono essere liberi di godere della vita come meglio credono. Con nostra immensa gioia, tuttavia, abbiamo potuto riscontrare, come non ci sia alcuna forma di pregiudizio e rabbia verso Dio, ma spesso si tende a cercarlo in altre forme di spiritualità. Tuttavia, questa spiritualità deve essere ben indirizzata, altrimenti si rischia di cadere in altre forme di misticismo non consone e lontane dall’insegnamento del Cristo.

Perché molti ragazzi hanno abbandonato il cammino della fede o, piuttosto, quali sono stati i motivi per cui si sono allontanati dalla Chiesa?
Le motivazioni sono sostanzialmente quelle legate alla loro giovane età, alla mancanza di voglia o, semplicemente, per pigrizia. I ragazzi tendono a ricercare in altre situazioni, ciò che più corrisponde alle loro aspettative, spesso lontano dalla Chiesa o dalla parrocchia di provenienza, perché distratti da altre cose più affini alla loro giovane età. Ci sono poi  motivazioni più pratiche: c’è chi, infatti, frequenta l’Università ed è lontano, chi, invece, è assorbito dai molti impegni legati allo studio o ad altre attività quotidiane.

Pensa che la Missione Giovani sia servita allo scopo di riavvicinare i ragazzi alla Chiesa?
Speriamo, perché non è facile! Una settimana non è abbastanza per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, ma è comunque un segno tangibile di un qualcosa che c’è stato.  Ora tocca ai ragazzi rispondere all’invito e abbracciare il cambiamento.

L’iniziativa avrà un seguito? La ripeterete in futuro?
Penso, che i ragazzi che hanno partecipato  alla Missione, riprenderanno il cammino interrotto con il sacramento della Cresima, proseguendo il loro percorso come membri della comunità.  Confidiamo in una partecipazione costante alla vita parrocchiale e nella voglia di proseguire il loro percorso di fede come cristiani.
Nel Vangelo di Marco si parla del cieco di Gerico, Bartimeo, che Gesù guarì. Qual è l’insegnamento che possiamo trarre da questo episodio della vita del Cristo? I ciechi che mendicano alle porte della città siamo noi, che non vedono e non comprendono il significato della propria esistenza, per questo siamo alla costante ricerca di un senso da dare alla nostra vita.

Cosa prevedono gli ultimi appuntamenti con la Missione Giovani?
Proseguiremo l’incontro con gli alunni delle scuole medie ed elementari e abbiamo incontrato i ragazzi nelle loro abitazioni.
Ieri Giovedì 7 marzo abbiamo avuto un incontro, durante il quale alcuni dei passionisti e altri membri della comunità hanno raccontato la loro testimonianza di vita e hanno parlato delle diverse maniere in cui si può servire il Signore, conciliando la propria fede con la vita di tutti i giorni.
Oggi, venerdì 8 Marzo Via Crucis animata dai ragazzi con canti e riflessioni, dalla Chiesa di S. Maria Bambina fino alla Chiesa di S. Gabriele.
Sabato conclusione della Missione con la Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Gervasio Gestori. Dopo la Messa, festa finale della Missione nel Salone Buon Pastore.