DIOCESI – Pubblichiamo le parole del Vescovo Gervasio Gestori in occasione dell’Anniversario della dedicazione della chiesa Cattedrale “Madonna della Marina”.

Vescovo Gervasio Gestori: “Vogliamo vivere questo momento con un pensiero di grato ricordo per il mio predecessore Mons. Vincenzo Radicioni, che presiedette il solenne rito di consacrazione nel lontano 1973. Ma soprattutto viviamo questo momento, mentre l’intero mondo cattolico resta colpito per gli annunciati ultimi giorni di ministero papale del nostro carissimo Benedetto XVI: il prossimo 28 febbraio il Papa lascerà la Sede di Pietro e la guida onerosa di tutta la Chiesa Cattolica per ritirarsi a pregare ed a servire, avendo deciso di continuare ad amare il Popolo di Dio nel silenzio.

Che cosa dobbiamo pensare come fedeli discepoli del Signore? E come possiamo vivere questi giorni per rendere più forte la nostra fede in Gesù e nella sua santa Chiesa?

Abbiamo ascoltato il famoso racconto evangelico del primato di Pietro. Gesù compie una specie di sondaggio popolare: vuole sapere che cosa la gente del suo tempo pensasse di lui.
Il Signore chiede agli apostoli: “La gente chi dice che io sia?”. Ecco alcune risposte: per alcuni sei Giovanni il Battista, per altri sei Elia, per altri ancora Geremia o uno degli antichi profeti. Ma egli non si accontenta dei “si dice”, vuole conoscere che cosa pensano di lui i suoi apostoli: “Voi chi dite che io sia?”

Bellissima è la risposta che sgorga dalle labbra, ma soprattutto dal cuore generoso di San Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E’ una risposta talmente profonda, sottolinea il divin maestro, che solo per suggerimento del Padre questo semplice pescatore di Galilea poteva esprimere.
Chi era Gesù? Un unico: il Cristo, l’atteso Messia, il Figlio di Dio. Parole di una portata immensa ed umanamente impensabili. Parole cariche di stupore e di ammirazione.
Allora il Signore, dopo avere lodato la fede di Pietro, ai suoi discepoli svela che cosa sarà la Chiesa, e cioè la comunità, che egli intende fondare.
Le poche parole del Signore sono importantissime e tutte preziose. La Chiesa sarà innanzitutto “sua” e non nostra: su questa pietra che sei tu, o Pietro, io edificherò la “mia” Chiesa. La Chiesa dunque è sua, non di Pietro, non nostra, e chi la costruisce non sarà l’apostolo, né saremo noi, ma il Signore stesso. La Chiesa è proprietà di Gesù, è la sua Sposa, e per questa Sposa, la sua Chiesa, egli morirà sulla croce.
Poi Gesù afferma che le potenze dell’inferno non potranno prevalere contro di essa. Abbiamo dunque l’assicurazione della parola del Signore, che niente e nessuno potrà distruggere questa sua realtà di popolo, che è la Chiesa. Questa sua Sposa è legata a lui con un vincolo indissolubile e perenne.
E’ una sicurezza, è una garanzia che deve lasciare tutti noi profondamente tranquilli e sereni, anche nei momenti di burrasca e di difficoltà: la Chiesa non verrà meno. Solo lui, il Figlio di Dio, poteva affermare questo e donarci questo futuro di speranza e di sicurezza.
La storia di venti secoli sta a confermare la verità di questa sua affermazione: Cristo non abbandona la sua Chiesa..
Ed infine Gesù dichiara che a Pietro affiderà le chiavi del regno dei cieli. Mette nelle mani dell’Apostolo e dei successori un potere enorme, che travalica l’orizzonte di questo mondo e che riesce ad approdare nella vita dell’eternità. Un potere questo, che ha anche il compito di mantenere nell’unità il grande popolo di Dio, perché a lui, solo a lui, il capo degli apostoli, affida questo ministero di unità e di guida.
Queste parole di Gesù sono subito apparse talmente affascinanti e bellissime, che un santo vescovo africano del terzo secolo, S. Cipriano, arrivava ad affermare che non si può rinnegare la Chiesa, perché significherebbe rinnegare Cristo, lo Sposo. Rifiutare la Chiesa significa rifiutare la propria madre. E quindi, ecco l’affermazione del vescovo africano: “Non può avere Dio per padre, chi non ha la Chiesa per madre”.
Dunque, anche in questi momenti di transizione, in attesa di un nuovo Papa, possiamo stare tranquilli, perché Gesù non ci abbandona: il Signore è sempre con noi, mentre tocca a noi stare sempre con lui dentro la comunità da lui voluta, la Chiesa.

Ora rivolgiamo il pensiero alla nostra Chiesa locale. La nostra Diocesi, appena uscita dal Sinodo, ha vissuto un affascinante periodo di riflessione, di confronto, di ascolto reciproco, di approfondimento. Il Sinodo è stato un momento di forte esperienza di unità e di conoscenza reciproca, a ben pensarci, vero dono dello Spirito Santo.
Celebrato in questa nostra Cattedrale il Sinodo ha vissuto un momento alto di ecclesialità, nell’ascolto della Parola e attorno alla persona del Vescovo, segno di unità, vincolo di carità, garanzia di verità.
Non possiamo superficialmente disperdere questo tesoro, non dobbiamo dimenticare questo cammino, che ha fatto di tutti noi un Popolo di Dio rinnovato e rinvigorito. Non ci spaventino eventuali difficoltà legate alle debolezze umane, perché siamo sicuri dell’assistenza dello Spirito Santo.
La Parola di Dio, la guida del pastore, la concordia dei sacerdoti, la collaborazione responsabile e generosa dei fedeli, la grazia dei Sacramenti, sono una garanzia di sicurezza, sono una speranza di futuro, sono un avvenire positivo e stupendo, anche in questi tempi di crisi. Non ci abbandonino mai queste certezze!

La Vergine Santa, la Madonna della Marina, celeste Patrona della nostra Chiesa Cattedrale, ci assista e ci accompagni sempre. Amen”.

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