Di Michele Rosati

Continua la rubrica settimanale per conoscere i Santi meno “famosi” della Chiesa.

Dopo:
– Iacopone da Todi: un Francescano senza speranza!
– Il “professore Santo della strada”
– San Gregorio di Nazianzo
San Pacifico

 

Conosciamo Santa Margherita da Cortona

La storia di Santa Margherita da Cortona è tutta da scoprire: nasce di umili origini a Laviano nel 1247, venne poi battezzata presso l’antica pieve di Pozzuolo Umbro, rimase presto orfana di madre e dall’età di diciassette anni visse come concubina con un nobile di Montepulciano, Arsenio dal quale ebbe anche un figlio.
La coppia passava molto tempo in una residenza di caccia nelle colline al confine tra Umbria e Toscana. Nel 1273 Arsenio, durante una battuta di caccia in una delle sue proprietà di Petrignano del Lago, venne aggredito e assassinato da un gruppo di briganti: Margherita seguì a piedi il cane di Arsenio dalla sua residenza presso Valiano fino in località Giorgi, presso un piccolo boschetto, dove trovò il corpo dell’amante. Scacciata col figlio dai famigliari dell’amante, rifiutata dal padre e dalla sua nuova moglie, si pentì della sua vita e si convertì. Si avvicinò ai francescani di Cortona, affidò la cura del figlio ai frati minori di Arezzo, e nel 1277 divenne terziaria francescana, dedicandosi esclusivamente alla preghiera ed alle opere di carità. La sua spiritualità pone attenzione particolare alla Passione di Cristo, in linea con quanto vissero Francesco d’Assisi, Angela da Foligno e Camilla da Varano.
Margherita, visse numerose crisi mistiche e visioni. Diede vita ad una congregazione di terziarie, dette le Poverelle; fondò nel 1278 un ospedale presso la chiesa di San Basilio e formò la Confraternita di Santa Maria della Misericordia, per le dame che intendevano assistere i poveri ed i malati. Donna mistica, ma anche di azione, coraggiosa, ricercata per consiglio, fu attenta alla vita pubblica e, nelle contese tra guelfi e ghibellini, fu operatrice di pace presso i feudi di Montepulciano. Mori a Cortona il 22 febbraio del 1297. Onorata come beata fin dalla morte, Innocenzo X ne approvò il culto il 17 marzo 1653, ma fu canonizzata soltanto il 16 maggio 1728 da Benedetto XIII . La biografia redatta dal suo confessore frà Giunta Bevegnati, con i racconti delle numerose visioni di Margherita, ha contribuito a renderla una delle sante più popolari dell’Italia centrale. Il suo corpo è conservato a Cortona, nella basilica a lei intitolata. Presso la frazione Giorgi di Petrignano, nel luogo della tragedia e decisione di conversione (il cosiddetto Pentimento) c’è una pieve ed una quercia tuttora in vita ai cui piedi Margherita pregò, considerata sacra.

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