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Scuola parità anche economica

SCUOLA – Superare “ogni discriminazione economica tra alunni del sistema nazionale d’istruzione e di formazione”, “basandosi sul principio costituzionale della sussidiarietà”.
A chiederlo è un documento congiunto sottoscritto da associazioni e federazioni di area cattolica che operano nell’ambito dell’istruzione e della formazione: Fidae (federazione delle scuole cattoliche), Fism (materne), Confap (formazione professionale), Foe Cdo (ambito educativo della Compagnia delle opere), Agidae (gestori), Agesc (genitori), Msc (studenti).

Serve un sostegno. In tal modo “si vuole evidenziare al mondo della politica e delle istituzioni l’importanza della scuola nel suo insieme”, sottolinea al Sir don Francesco Macrì, presidente della Fidae, ricordando che “la scuola paritaria, che in stragrande maggioranza è cattolica, fa parte del sistema d’istruzione e formazione”. Da qui il richiamo “del ruolo che hanno la scuola e la formazione professionale nella società moderna” e, in secondo luogo, “dell’importanza di valorizzare la scuola cattolica per la sua lunga tradizione pedagogica, che non dovrebbe andare dispersa”. A tal fine, però, “serve un sostegno non solo legislativo, ma pure economico”, sottolinea Macrì. Soprattutto oggi, poiché “la scuola paritaria cattolica si trova in una crisi fortissima, a fronte della situazione drammatica dell’occupazione e della paura del futuro” che coinvolgono tante famiglie, fattori che creano una “grossa difficoltà” nella scelta di una scuola paritaria, per l’onere economico che ne consegue. “A questo – prosegue il presidente della Fidae – si aggiungono poi altri problemi, come una tassazione penalizzante, specialmente con l’Imu”. Un’imposta che, ad avviso di Macrì, “sarebbe nata a partire da un normativa europea che prevede la non turbativa della concorrenza”, ma che, anzi, allontana ancor di più tale obiettivo. Infatti, “se c’è uno sbilanciamento nella concorrenza, è a favore della scuola statale, che è pienamente finanziata a differenza delle paritarie”.

Eccezione italiana e greca. Il documento sottoscritto si rivolge “a tutte le forze politiche affinché nel corso della prossima legislatura portino a compimento i principi costituzionali dell’autonomia e della parità, per adeguare il nostro sistema d’istruzione e di formazione ai parametri europei e alle sfide culturali, sociali ed economiche della complessa contemporaneità”. La realtà, osserva Macrì, è che “nell’Unione europea gran parte delle scuole paritarie sono finanziate dallo Stato, con l’eccezione della Grecia e dell’Italia”. Al riguardo, precisa, contribuiscono pure due risoluzioni del Parlamento europeo: la prima, del 1984, prevede che “gli Stati membri devono sostenere le scuole paritarie senza discriminazione”; tesi ribadita nella seconda risoluzione, che risale al 2012. “In un sistema di governo fondato sul principio costituzionale della sussidiarietà, lo Stato – riporta il testo – detta le norme di carattere generale del sistema d’istruzione, attua il controllo e la valutazione dei risultati raggiunti e interviene in forma sussidiaria nei confronti degli enti territoriali che non sono in grado di assicurare l’erogazione del servizio e il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni”. Si tratta, in fondo, di garantire alla famiglia “una piena libertà di scelta tra scuole statali, scuole paritarie, centri di formazione professionale”, così “come sancito dalla nostra Carta costituzionale” – ultima, in ordine di tempo, “l’introduzione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche” con la riforma del 2001, che rende la parità “ulteriormente fondata” – e “dalle dichiarazioni internazionali dei diritti”.

Nessuna contrapposizione. Associazioni e federazioni che si occupano di scuola danno quindi indicazioni operative. Dapprima chiedendo che scuole e centri di formazione “possano essere accessibili a tutti (…) indipendentemente dalla natura giuridica della gestione”, “sia superata ogni discriminazione economica tra gli alunni” e al personale delle scuole paritarie “possa essere assicurato un trattamento economico equipollente, a tutela della professionalità”. Per raggiungere tale scopo lo strumento proposto è “un finanziamento diretto alle scuole autonome accreditate del sistema nazionale d’istruzione (statali e paritarie) sulla base del ‘costo standard di gestione delle scuole’”. Infine, come urgenza da affrontare “sin dai primissimi mesi della nuova legislatura” vi è la semplificazione della burocrazia per erogare i contributi “alle scuole paritarie e ai centri di formazione professionale”, adeguandoli e rendendo “coerente” lo stanziamento nazionale destinato all’istruzione e alla formazione professionale. “Un impegno richiesto a tutti coloro che rivestono una responsabilità istituzionale”, conclude Macrì, ricordando che il sostegno alle paritarie non è “contrapposto” alle statali, ma parte dal riconoscimento che “entrambe contribuiscono al bene comune del Paese”.