PROVINCIA – Tagli al personale e ai servizi. E’ lo scenario agghiacciante di una provincia tra le più “affamate”d’Italia. La conferenza stampa di fine anno ha decretato l’interruzione del rapporto di lavoro di oltre cento dipendenti dell’Ente Teramo Lavoro, ai quali la società non ha rinnovato i contratti in scadenza, a causa dei tagli alla spesa previsti dalla Legge di stabilità; ne consegue, l’impossibilità ad attingere alle risorse del Fondo sociale europeo – utilizzate dal settore Lavoro – e a quelle di bilancio, che servono agli altri settori.

Il Presidente Catarra, con la collaborazione dell’Assessore Eva Gardiani, stanno valutando l’ipotesi di ri-organizzazione dei cinque Centri: riduzione degli orari di lavoro e accorpamento di alcuni dei servizi specialistici della Teramo Lavoro.

L’Assessore Eva Gardiani sta vagliando una serie di soluzioni atte a salvaguardare l’Ente, come chiudere il centro di via Campania e trasferire i servizi in via Taraschi.

“Nella sede dell’Assessorato, in via Taraschi, soprattutto con la scadenza dei contratti della Teramo Lavoro, possiamo recuperare ad uso utile molte stanze. Inoltre vi sono dipendenti del settore che possono coadiuvare i loro colleghi del Centro per l’Impiego – dichiara la Guardiani – si tratta di mettere a punto questioni pratiche e logistiche che devono essere affrontate dai dirigenti ma è una soluzione altamente percorribile. Risparmiamo gli oltre quattromila euro di affitto al mese, utilizziamo locali vuoti, razionalizziamo l’organizzazione del personale a tempo indeterminato e, soprattutto, garantiamo i servizi essenziali con il minor disagio possibile agli utenti”.

 

Disagi e difficoltà nei centri per l’impiego (e in altri settori dell’ente), causa assenza di personale specializzato. L’Ente offre, infatti, non solo servizi specialistici – oggi sospesi – , ma anche tutti quei servizi pubblici essenziali, che riguardano le procedure di mobilitazione e disoccupazione, attivazione di tirocini formativi e, infine, tutte quelle comunicazioni necessarie tra lavoratore e datore di lavoro.

“In questa assurda guerra alle Province il Governo non ha calcolato gli enormi costi sociali delle sue azioni – afferma il presidente Catarra – da oggi in molte Province italiane è il caos e non solo per i Centri per l’Impiego. Le decisioni che abbiamo dovuto assumere negli ultimi giorni non hanno precedenza nella storia dell’ente e le conseguenze e gli effetti negativi si cominceranno a misurare in tutta la loro drammaticità nei giorni a venire”.

E’ chiaro, come il Presidente Catarra si riferisca agli ultimi avvenimenti decisionisti assunti dal Consiglio nell’ultimo anno, volti a recuperare all’incirca un pacchetto da 400 mila euro.

“E’stato deliberato di avviare immediatamente le procedure di dismissioni per le seguenti società: Borghi scarl; il Centro Ceramico Castellano; la Socart società consortile artigiani; il Consorzio Alfa; la Banca Etica. Deliberata anche la revoca delle partecipazioni in altri organismi: Museo dello Splendore di Giulianova; Area Marina Torre del cerrano; Associazione Culto e Cultura; Teatro stabile abruzzese; Società dei Concerti “Riccitelli”; Coordinamento Agenda 21; Associazione delle Città Strategiche; Unione province d’Abruzzo; Lega delle Autonomie. “ Tuttavia, molte di queste associazioni, per merito della funzione culturale che ricoprono, saranno risarcite mediante contributo finanziario, non appena si verificheranno dei miglioramenti nel panorama finanziario.

“L’entità del taglio, che comunque dovrà esserci, sarà deciso in seguito – spiega Catarra – abbiamo convocato una riunione con la Regione, il Comune di Teramo e lo stesso Braga per il prossimo 4 gennaio. Una cosa è certa perché la diciamo da tempo: la Provincia non può continuare, soprattutto ora, ad essere il principale ente finanziatore”.

Discorso a parte per l’Ente Porto: la Provincia, infatti, è intenzionata a trasformare l’Ufficio circondariale in Capitaneria. Sembrerebbe una chiara scelta strategica, motivata dall’intento di sviluppare la marineria provinciale, la quale altrimenti non godrebbe di alcuna possibilità, senza l’intervento accorto della stessa Provincia.

Un milione e mezzo è la spesa prevista per risanare il bilancio in Provincia. In attesa della conferenza stampa di martedì prossimo, nella quale sarà presentato il Piano organico di riorganizzazione delle risorse umane disponibili, sono state già state assunte alcune decisioni: dal primo gennaio è stato dismesso il servizio di guardia delle sedi provinciali, che rimarranno chiuse al pubblico il lunedì, il mercoledì e il venerdì pomeriggio; adozione senza indugio della posta certificata per le comunicazioni interne ed esterne con un considerevole risparmio di carta; taglio della rassegna stampa telematica; sinergie “professionali” (come ad esempio fra il settore bilancio/informatica e quello del personale) dove i dipendenti si potranno alternare fra i due settori.

 

 

 

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