MONDO – “È stata una celebrazione commovente in una base veramente rudimentale, dove mancano anche le prime comodità e dove il pericolo si avverte. La gioia dei militari e il loro affetto mi hanno toccato profondamente. Li ho visti entusiasti e convinti di giocare la propria vita per servire la causa della pace. Gesto di grande distensione è stato la sorpresa di vedere alla fine della messa la presenza di due religiosi rappresentanti mussulmani, ai quali ho offerto il messaggio di Benedetto XVI per la prossima giornata della pace, in lingua araba”.
Così scrive oggi in una lettera inviata alla sua diocesi mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare di L’Aquila, che ha celebrato la messa di Natale e la messa nella festa di Santo Stefano con gli Alpini nelle basi italiane e con i militari di altre forze militari presenti in Afghanistan. Tra le altre, il Vescovo ha visitato anche la base di Camp Stone a Herat.
Questa esperienza di preghiera e di fraternità, aggiunge il vescovo, è stata “a dir poco commovente, ci ha fatto sentire tutti una famiglia, anche se lontani tutti dalle nostre famiglie. Come segno della mia visita, oltre gli auguri e il messaggio di mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo di L’Aquila, ho lasciato la mia croce pettorale, perché la croce di Cristo protegga e accompagni questi nostri connazionali, in missione di pace in una terra, purtroppo, dove il rischio di morte è sempre troppo presente”.
Alle celebrazioni eucaristiche erano presenti anche il cappellano militare don Fausto Amantea e il comandante del contingente colonnello Cristoni.

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