GROTTAMMARE – Le vacanze sono più brevi, ma a un soggiorno a Grottammare non si rinuncia. Questo il commento sui dati turistici (gennaio-agosto) resi noti dalla Regione Marche e comunicati ufficialmente ieri pomeriggio, durante la riunione del Tavolo del Turismo, alla quale hanno preso parte una cinquantina di operatori in rappresentanza di tutte le tipologie di strutture ricettive del settore.

“Quello che emerge – ha riferito l’assessore al ramo, Simone Splendiani – è che la crisi si fa sentire molto, con una riduzione delle presenze certificata dal dato regionale (-4%) in linea con l’andamento regionale del turismo. Questo, ovviamente, si traduce in meno spesa per le vacanze. Era un dato assolutamente prevedibile, anzi possiamo dire che abbiamo retto rispetto alla crisi che c’è e rispetto a quanto riscontrato in altre località: l’Istat registra per il primo semestre dell’anno un calo nazionale di arrivi e presenze del 7%. Possiamo dire di avere resistito e anche bene”.

“Il dato fortemente positivo – prosegue l’amministratore – è invece l’aumento degli arrivi. La crisi si fa sentire ma Grottammare mantiene una sua appetibilità (+2%). La permanenza media è diminuita per fattori legati alla crisi economica e per una tendenza mondiale a ridurre i giorni di viaggio, ma il numero di turisti è aumentato: è come aver guadagnato quote di mercato, cioè più persone hanno avuto modo di conoscere questa destinazione”.

“Vale la pena di sottolineare che si tratta di dati certificati. Storicamente, fino al 2010, veniva aggiunta una quota di dati stimati a quelli desunti dalla schedine degli operatori. Dati peraltro non confrontabili con altre regioni italiane. Dall’anno scorso, l’Istat ha invitato la Regione Marche ad adeguarsi. Questo ci permetterà di fare programmazioni più realistiche”.

L’attenzione si è concentrata anche sul portale del turismo, inaugurato i primi di luglio, con 4700 visite nei soli mesi di luglio e agosto: “Per la maggior parte si tratta di contatti nazionali, ma del resto il turismo grottammarese è costituito per la maggior parte da italiani”.

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