ITALIA – “La Chiesa non pretende minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione”. I vescovi della diocesi di Milano si affidano alle parole adoperate dal Santo Padre nell’enciclica “Caritas in Veritate” per aprire la nota diramata oggi in vista delle elezioni politiche ed amministrative (l’intero documento su www.chiesadimilano.it). Di fronte alla “tentazione molto diffusa del disimpegno e del disinteresse” sulle scelte che realizzano e governano il bene comune, l’opera educativa delle comunità cristiane è, secondo il Consiglio episcopale milanese, “necessaria e urgente” per sollecitare tutti alla “partecipazione attiva e responsabile” agli appuntamenti elettorali legati al voto per il Parlamento e per il Consiglio regionale della Lombardia. “A nessuno – si legge – deve sfuggire l’importanza dell’esercizio del diritto-dovere del voto responsabilmente espresso”, e proprio ora che la crisi genera “paure e insicurezze”, occorre che la politica elabori “risposte all’altezza della situazione, capaci non soltanto di farci uscire dal periodo di difficoltà, ma di migliorarci”. Realizzare la fiducia sarà possibile, secondo i vescovi, solo salvaguardando “dall’erosione dell’individualismo” le “questioni etiche rilevanti” mediante la promozione dei valori ispirati “alla retta ragione e al Vangelo”. I cattolici faranno pertanto riferimento ai “principi irrinunciabili dell’insegnamento del Magistero della Chiesa sulla famiglia”, che sia “aperta alla vita” e “fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”. Guarderanno al “rispetto per la vita dal suo concepimento al termine naturale”, alla “libertà religiosa”, al “diritto alla libertà di educazione dei genitori per i propri figli”, alla “tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù”. E ancora, punteranno allo “sviluppo di un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune”, alla “giustizia sociale”, al riconoscimento dei “principi di solidarietà e di sussidiarietà” e alla pace come “valore supremo a cui tendere”. Nella speranza dell’ “impegno attivo di un numero sempre maggiore di laici cristiani nell’attività amministrativa e politica”, affinché “non prevalga la tentazione del disfattismo”, dai candidati cattolici i vescovi attendono “l’impegno per rafforzare la credibilità” del servizio della politica: il Consiglio episcopale auspica che “siano esemplari per rigore morale, attenzione alla gente, spirito di servizio, professionalità, capacità non solo di rifiutare ogni forma di corruzione” ma “di anteporre il bene comune ai propri anche legittimi interessi di parte”.

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