L’anno della fede che celebra i 50 anni del Concilio Vaticano II ci ha portato spesso a riflettere fra “Concilio” e “Spirito del Concilio”. Pare che un’analoga riflessione si possa fare fra “Costituzione” e “Spirito della Costituzione“.

C’è chi rispetta la Costituzione e chi adora lo “Spirito della Costituzione”. Per questi ultimi, la carta costituzionale ha un valore dogmatico quando parla di uguaglianza e di lavoro, mentre è assolutamente discutibile quando tratta, ad esempio, di famiglia o dei rapporti fra Chiesa e Stato.

Fra questi adoratori dello “Spirito della Costituzione” si di distingue il giornalista Corrado Augias che anzi può esserne definito il Pontefice. Peccato che i Pontefici laici(sti) non godano dello stesso dono dell’infallibilità che normalmente si attribuisce ai Romani Pontefici e cadano in grossolani errori come è capitato appunto al nostro!

Rispondendo ad una lettera inviata da una professoressa http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/23/requisiti-del-prof-di-religione.html , Augias ha affermato: “L’ articolo 33 della Carta stabilisce perentoriamente (grassetto nostro!) che “L’ arte e la scienza sono libere e libero ne è l’ insegnamento”. Vero peraltro che questa solenne dichiarazione è indebolita da un altro articolo della Carta, il discusso articolo 7, fonte di molte polemiche (grassetto sempre nostro!). L’ articolo sembra aprire bene: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. Cavour sarebbe stato contento di leggerlo”.

Come si diceva, per Augias l’articolo 33 ha valore dogmatico, mentre l’articolo 7, che evidentemente gli suscita qualche fastidio, è discutibile e fonte di polemiche (quelle che evidentemente proprio lui porta avanti)!

Ma il grosso scivolone viene dopo. Augias sostiene che Cavour sarebbe stato contento di leggere l’articolo 7 della Costituzione! Un docente universitario di Diritto Pubblico Ecclesiastico boccerebbe all’esame un suo studente se dicesse una corbelleria del genere! Augias infatti sembra ignorare del tutto che l’articolo 7 della nostra Costituzione non ha nulla a che vedere con l’affermazione di Cavour “Libera Chiesa IN libero Stato”. Tale massima, infatti, asserisce la sottomissione della Chiesa allo Stato secondo una visione di stampo protestante

L’articolo 7 prende invece le mosse  dalla visione cattolica “Libera Chiesa E libero Stato” dove i due soggetti, pur nella diversità dei rispettivi compiti, sono posti sullo stesso piano. L’errore che Augias e tutti quelli della sua corrente commettono è quello di considerare, sempre nella logica protestante, la comunità religiosa come esclusivamente spirituale.

La Chiesa Cattolica invece si concepisce, e realmente è, una realtà spirituale-invisibile e materiale-visibile come anche affermato da San Roberto Bellarmino: “La Chiesa è una società visibile e palpabile, come la Repubblica di Venezia, il Regno di Francia o l’Impero Romano”. Chi non appartiene per propria scelta alla Chiesa e non crede nella dimensione spirituale-invisibile non può comunque negare la sua dimensione materiale-visibile.

Augias, in linea col pensiero moderno, sempre di matrice protestante, non ha difficoltà a riconoscere il diritto individuale alla libertà religiosa, ma stenta a riconoscere lo stesso diritto alla comunità religiosa. Si ha invece vera libertà religiosa quando tale libertà viene riconosciuta tanto al singolo quanto alla comunità alla quale appartiene.

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1 commento

  • Franco
    28/11/2012 alle 17:52

    Analisi dotta e precisa che condivido completamente, sopratutto quando quelle affermazioni (di Augias) vengono fatte con quella sua saccente supponenza.

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