LIBANO – Sette anni fa May Chidiac, giornalista di uno dei network televisivi più importanti del Libano subiva l’attentato che le avrebbe cambiato la vita. La giornalista in modo coraggioso ha sempre difeso la sua patria contro le ingerenza della Siria e per questo è finita vittima dell’odio del terrorismo islamico.

Mentre stava pregando, i terroristi hanno piazzato dell’esplosivo nell’automobile e quando la giornalista è tornata in macchina e ha messo in moto, c’è stata una incredibile deflagrazione che le ha portato via per sempre un braccio e una gamba. Per tre giorni la sua vita è stata appesa a un filo ed è incredibilmente sopravvissuta.

Anche se deturpata nel corpo May ha trovato nella fede un’incredibile voglia di andare avanti e pochi mesi dopo l’attentato si è recata in una clinica specializzata in Francia, determinata a voler riprendere la vita di tutti i giorni nonostante quello che le era accaduto.

Grazie alle protesi impiantate dall’equipe medica francese, May tornò in Libano e apparve di nuovo sul piccolo schermo con una nuova trasmissione significativamente intitolata “Con audacia”.

Per una donna affascinante come lei, perdere la bella presenza è stato davvero drammatico e, quando in interviste pubbliche ha parlato dei medici che l’hanno curata, i suoi giudizi non sono mai stati molto teneri. La voglia di conservare in tutto e per tutto la sua femminilità ha obbligato i medici ad usare delle protesi compatibili con il suo desiderio di portare ancora i tacchi. Anche l’utilizzo di una mano artificiale sulla quale poter applicare lo smalto è stato un “capriccio” al quale i medici non hanno potuto dire di no.

Forse la cosa che più impressiona di questa donna è quello che lei stessa pensa del suo volto. Ha infatti affermato: “Ringrazio sempre Dio perché il mio volto è rimasto intatto, ma a volte mi arrabbio con Lui e gli dico: “Avresti potuto impedire all’assassino di premere il bottone, avresti potuto provocare una panne, se davvero volevi salvarmi. Perché mi hai lasciato viva per portare questa croce? È troppo pesante per me… Ma poi penso che è intervenuto. Ha salvato il mio viso, mi ha dato la forza per continuare la lotta, riprendere il mio lavoro in tivù, provare al mondo intero che gli assassini non possono vincere”

La grande tenacia di questa donna le ha permesso di conquistare dopo l’attentato numerosi premi in ambito giornalistico: il Premio della francofonia per la libertà di espressione, il Premio mondiale della libertà di stampa Guillermo Cano assegnato dall’Unesco, il Premio per il coraggio nel giornalismo della Fondazione internazionale dei media delle donne, l’inserimento del suo nome nell’elenco degli Eroi della libertà di stampa mondiale dell’International Press Institute) e la legione d’onore della Repubblica francese

Per conoscere meglio la storia di May Chidiac e di altri cristiani che sono vittime di odio e di discriminazione si legga il bel libro di
 “Tribolati ma non schiacciati”.

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