GROTTAMMARE – Si è concluso la scorsa settimana il soggiorno dei bambini nordafricani ospiti del comune di Grottammare  nell’ambito del Progetto Saharawi, il programma di cure e assistenza sanitaria che dal 1999 prova a garantire ai bambini del Popolo Saharawi speranze di vita migliori, in attesa che la loro comunità rientri nelle  terre occupate dal Marocco e abbandoni le tendopoli dell’inospitale Sahara occidentale dove vive profuga da quasi 40 anni.  

Un’estate caratterizzata, più che mai, da grande generosità e da un forte impegno sul fronte della visibilità, con l’indizione  della I Giornata nazionale dei Bambini Saharawi Ambasciatori di Pace (26 luglio, promossa dall’Assemblea nazionale di solidarietà con il Popolo Saharawi), che ha unito idealmente le 32 località italiane operative nell’ambito dei soggiorni sanitari per minori e nella promozione della causa Saharawi. Giornata che il comune di Grottammare ha voluto ricordare conferendo la cittadinanza simbolica ai bambini presenti in città questa estate. 

Il soggiorno iniziato il 4 luglio ha ospitato 23 bambini, tutti affetti da gravi patologie, tra cui: sindromi genetiche rare (2 casi),  epilessia (6 casi) tetraparesi spastica (3 casi), altre disabilità dovute a complicazioni prenatali o per condizioni di vita avverse. In alcuni casi, si è dovuto ricorrere a ricoveri ospedalieri nei reparti di neuropsichiatria infantile dell’ospedale “Le Scotte” di i Siena (2 casi) e “Salesi” di Ancona (3 casi). In generale, il soggiorno si è svolto effettuando varie indagini diagnostiche negli ospedali limitrofi ma anche a Roma e a Firenze. Quattro bambini sono rimasti in Italia, per verificare l’efficacia delle cure prescritte in queste settimane oppure per interventi chirurgici. Sono affidati alle cure di altrettanti famiglie, fino al loro rientro nei campi Saharawi. 

Giovani volontari facenti capo all’associazione Rio de Oro – la onlus che gestisce operativamente il Progetto per conto del Comune –  si sono alternati nel ruolo di assistenti: in tutto 85 ragazzi, tra italiani (da Marche, Lombardia, Piemonte, Puglia e Abruzzo) e stranieri (da Russia, Stati Uniti, Cina, Giappone, Grecia, Marocco, Francia, Spagna, Polonia). Inoltre,  15 terapisti Feldenkrais hanno soggiornato il mese di luglio per attività sui bambini e di informazione ai volontari.

Il soggiorno è stato scandito anche da iniziative di intrattenimento e condivisione: feste di piazza aperte a tutti, attraverso le quali sono stati raccolti fondi per sostenere il Progetto, per un totale di 1000 euro che, uniti ai 1410 euro raccolti dalla campagna “Sorrisi del deserto”, veicolata durante il Festival nazionale dell’umorismo Cabaret amoremio!, contribuiranno alle spese future. 

Tutte attività finalizzate a richiamare la causa politica di un popolo che ha scelto una strada senza armi per rivendicare il diritto all’autodeterminazione, una rivendicazione che però senza terra non può essere sostenuta e, lontano dall’attenzione dei media, rischia di diventare una lotta invisibile.

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