Di Paride Travaglini

Troverete l’approfondimento sul settimanale l’Ancora che uscirà giovedì nelle parrocchie.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Interesse e partecipazione per il 1° incontro formativo del progetto oratorio diocesano “Arcobaleno tra le case” “Il segreto della relazione”, dall’Equipe Diocesana Oratori, dai bisogni rilevati in diocesi nei confronti della condizione giovanile e che intende formare persone che operano all’interno di una relazione educativa, orientata allo sviluppo ed alla crescita dell’altro.
Tanti i giovani ed i giovanissimi delle varie parrocchie della diocesi che si sono ritrovati sabato 9 giugno presso le Suore Concezioniste, ed hanno vissuto un’esperienza unica tra teoria e pratica.

Foto di Paride Travavaglini e Gianmarco Zippilli

Dopo il saluto del vescovo diocesano Mons. Gervasio Gestori che ha evidenziato l’importante ruolo educativo e sociale degli oratori, del referente Don Tiziano Napoletani, si è entrati nel vivo del tema con le relazioni della prof.ssa Maria Chiara Verdecchia, pedagogista, formatrice Counselor e responsabile del progetto, Don Samuele Marelli direttore Fondazione Oratori Milanesi e responsabile Servizio di curia per i ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio, Monica Vallorani presidente Azione Cattolica diocesana.

“Prima di instaurare una relazione educativa – ha affermato la pedagogista- dobbiamo imparare ad essere in relazione con se stessi sviluppando la consapevolezza del proprio essere per poi indirizzarci verso l’esser-ci”
Don Samuele, ha calamitato l’attenzione dei presenti sulla relazione educativa cristiana e sul ruolo dell’educatore ed ha evidenziato come “traendo il bene per gli altri, si trae il proprio bene”.

Monica Vallorani, ha relazionato infine sui “Testimoni privilegiati”.
Sono seguiti i laboratori esperienziali specifici per la formazione delle figure di animatore, educatore e coordinatore di oratorio, che ha visto il coinvolgimento del sacerdote milanese con il suo staff e del CSI provinciale. Laboratori che hanno suscitato interesse,desiderio e motivazione tra i giovani intervenuti che hanno manifestato la voglia di ripetere l’esperienza.

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