DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In questo anno associativo l’Ac diocesana ha guadagnato presso la casa del Padre dei fratelli che intercedono per noi per cui “la nostra debolezza è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine”.
Siamo sicuri che anche Mariannina intercederà presso Dio per la nostra amata associazione, insieme alle tante figure significative che hanno tracciato e vissuto la storia della nostra associazione e della chiesa e continuano nella comunione a indicare il cammino della santità a cui siamo chiamati.
Come nella celebrazione del 140esimo dell’AC a Roma con papa Benedetto XVI quando eravamo in piazza San Pietro abbracciati letteralmente dai volti dei beati e santi dell’Azione Cattolica, le cui immagini ricoprivano tutto il colonnato, lo siamo anche da coloro che ci hanno preceduto in questa storia associativa diocesana.
Del resto l’AC è anche una storia, che si intreccia con la storia della Chiesa e dell’Italia, con la vita di migliaia di uomini e donne, che in questo lungo periodo hanno lavorato con passione e fedeltà, servendo la Chiesa e testimoniando la fede in ogni ambito di vita.
È una storia di santità nel quotidiano, nella quale ricordiamo anche Mariannina con semplicità e gioia. Sì perché lei ha amato l’AC perché ha amato la Chiesa e ha amato la Chiesa perché ha amato l’AC.
Ricordiamo che è stata presidente del ramo femminile della diocesi a Montalto.
Aderente nel corso di tutta la sua vita, segno di una fedeltà da riscoprire, anche se l’AC nella sua comunità ora non c’era.
Sarà stato motivo di tristezza perché nelle difficoltà lo stare e il rimanere è lo spazio della responsabilità e della solidarietà contro modelli di separatezza e tentazioni di sfiducia, come ci insegna Maria che “stava sotto la croce”.
La sua gioia di vivere è quella che ci è chiesta di testimoniare nell’oggi della storia come AC. 
Non è il tempo né di musoni e profeti di sventura né di nostalgici ma è il tempo favorevole per il coraggio e la passione, la generosità accogliente, la solidarietà lieta e l’operosa fermezza.
Il suo amore per i giovani e le nuove generazioni ci ricordano l’impegno di tutta l’AC a accompagnare e sostenere nell’umiltà “le nuove generazioni, con amore, con saggezza, con la preghiera”.

Personalmente ricordo che ho conosciuto Mariannina al mio primo campo educatori ACR, proprio a Montalto. Facevo le scuole superiori e ricordo questa signora, come la mia nonna, che si mise a giocare al gioco del fazzoletto e fece ad un certo punto un capitombolo, ma si rialzò e si continuò insieme a giocare. Allora impariamo il mettersi sempre in gioco, anche se ogni tanto si può rischiare di inciampare, ci si può sempre rialzare. Lo impariamo questo anche per la nostra associazione. Se non ci si mette in gioco non si rischia neanche di sbucciarsi le ginocchia, e quando succede ci si rialza, insieme e si continua, perché non siamo soli. Non lo siamo nell’AC, perché è molto più grande degli angusti spazi a volte delle nostre realtà, nella Chiesa perché in Cristo siamo una cosa sola, in Dio perché crediamo a un Dio che non è solo ma è Trinità-Amore: tre rose…

Il grazie di tutta l’associazione per il dono della tua vita e la tua testimonianza.

Monica Vallorani  (presidente diocesano AC)

Un sorriso e la dolcezza è quello che è più vivo nei nostri ricordi… impegno e positività quello che esprimevi con i fatti. Ci hai trasmesso la capacità di mettersi in gioco, la semplicità dei rapporti umani la schiettezza di chi nel tempo ha vissuto le fasi complicate del nostro paese e della nostra associazione. Ma non ci hai mai fatto pesare la tua esperienza, il tuo passato, ma ti sei sempre messa in gioco con noi al nostro fianco in punta di piedi con discrezione. Ed è così che l’ACR diocesana ti vuole ricordare… un abbraccio che arrivi fin lassù!

Emidio Palestini (responsabile diocesano ACR)

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